Trek-Segafredo, Quinn Simmons: “Sono stufo di essere una promessa, ora è il momento di iniziare a vincere”
Quinn Simmons spera di poter fare il definitivo salto di qualità nel 2023. Il talentuoso statunitense della Trek-Segafredo è reduce da un’annata nella quale è stato in grado di mettersi in evidenza in più occasioni, provando più volte ad andare all’attacco da lontano e conquistando la maglia di miglior scalatore alla Tirreno-Adriatico e al Giro di Svizzera. Il 21enne ha partecipato anche per la prima volta al Tour de France, dove è stato protagonista di ben cinque fughe, tuttavia, rispetto al 2021, non è mai riuscito ad alzare le braccia al cielo; vincere sarà quindi l’obiettivo del classe 2001 nella prossima stagione.
“Sono stato sul podio, sono stato nelle fughe, ho ottenuto maglie alle gare, ho fatto tutte queste cose. Ora è il momento di iniziare a vincere – ha dichiarato Simmons a Cyclingnews – Ero una promessa e, se devo essere onesto, sono stufo di mostrare solo promesse. Voglio che la promessa diventi qualcosa. Voglio essere quello che ce la fa“.
Tra i primi obiettivi del 21enne nella nuova stagione ci sarà la Strade Bianche, che quest’anno l’ha visto chiudere al settimo posto: “Nel 2023 voglio di nuovo andar bene alla Strade Bianche e seguire lo stesso programma dello scorso anno, essere competitivo per provare a vincerla. Ora sono tra i primi dieci, quindi il podio è il passo successivo”.
Nei piani dello statunitense c’è ancora anche il Tour, da affrontare però in maniera diversa rispetto a quest’anno: “Non voglio andare al Tour ed entrare di nuovo sei volte nella fuga, voglio andare e forse entrare due volte nella fuga ma vincere una tappa. Anche nelle Classiche, voglio essere finalmente là davanti. Voglio almeno esserci nel finale per aiutare corridori come Mads Pedersen o Jasper Stuyven”.
“Recentemente ho avuto una conversazione con il mio manager sul prossimo anno e ci siamo resi conto che devo essere più selettivo quando provo a fare qualcosa – ha proseguito l’ex campione del mondo juniores – Ero frustrato perché così tante volte quest’anno e l’anno scorso mi sono sentito nella posizione di fare qualcosa di buono. E poi semplicemente non succede. Ci sono solo un sacco di errori di calcolo da parte mia. Ma sai, a volte hai solo bisogno di quel momento fortunato per attaccare. Non l’ho ancora mai avuto”.
Il classe 2001 fa parte di quella nuova generazione di giovani talenti che sta dominando il ciclismo mondiale: “È un momento emozionante per essere un giovane corridore, ma è anche molto frustrante se non sei uno dei superumani. È stimolante e bello far parte della stessa generazione di Evenepoel ma, allo stesso tempo, ora inizio a sentirmi come se stessi rimanendo indietro. Alla mia età Pogacar aveva già vinto il suo primo Tour. Forse mi ci vogliono un paio di anni in più o forse non accadrà mai. Ma credo ancora che a un certo punto potrò vincere le gare più importanti. Non so quando accadrà, ma continuerò a provare ogni anno fino a quando non accadrà“.
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